Riccardo, mio figlio, il mio insegnante

di Cristina Farina

 

Sono passati 15 anni, ricordo ancora le splendide esperienze trascorse quando Riccardo frequentava l’asilo nido.

Aveva pochi mesi quando lo lasciai per la prima volta alle cure di tre ragazze giovani ma determinate.

Io ero molto spaesata, impaurita e con enormi sensi di colpa.
Ricordo ancora tutte le emozioni che mi attraversavano quando lo accompagnavo e quando tornavo a riprenderlo. La restituzioni di qualità che mi facevano delle attività che lui svolgeva. Come si relazionava con gli adulti ed i compagni.

Ricordo ancora il colloquio di congedo, dove mi fecero notare l’enorme risorsa che Riccardo possiede: la creatività.
Riccardo aveva tre anni, già qualcuno aveva saputo leggere la sua più grande risorsa. Quanta cura in quella prima esperienza “fuori casa”.

Quanto avevo imparato da incontri e laboratori “So_stare nel conflitto”, quanto ero cresciuta!

Il primo grande insegnamento: la scuola materna, dalla cura e dall’osservazione alle imposizioni, alle prime enormi richieste di prestazioni, da parte di insegnanti ed istruttori. Eh si, perché oltre alla scuola si dovevano anche inserire delle attività ricreative.

Tante pressioni, troppe. Le sentivo, ma non riuscivo a comprendere come uscirne, mi aspettavo supporti e conferme dall’esterno, dagli altri genitori, dai miei genitori.

Niente.

Mi sentivo totalmente confusa e sola, dopo la prima splendida esperienza dell’asilo nido, dove prendersi cura, confronto, formazione ed informazione la facevano da padrona, alla follia della prestazione a tutti i costi.

L’elenco delle scuole che Riccardo ha frequentato è alquanto sostanzioso. A fatico trovavo quella che mi convincesse e sostenesse nelle mie infinite incertezze.
Ora Riccardo ha 18 anni, ha finalmente scoperto che la creatività è effettivamente la risorsa con la quale vuole sperimentarsi.

Quanta fatica ha dovuto fare in tutti questi anni, per cercare di farsi ascoltare!

Aveva quattro anni, ero totalmente desolata, non riuscivo a capire perché non gli piacesse la scuola materna che frequentava. Durante l’estate che era appena trascorsa, lo accompagnavo ad un asilo estivo, si divertiva, gli piaceva, andava ed era felice.

“Riccardo, mi dici perché qui no e la si?!!!”

“Mamma,
la

si GIOCA

si MANGIA

si LAVORA

qui

si LAVORA

si MANGIA

si GIOCA”.

Che doccia fredda. Nella mia totale confusione non riuscivo nemmeno a vedere ciò che realmente contava per mio figlio!

Tutta questa tiritera per dire che Virus o non Virus, i figli sono qui anche per mostrarci la strada. Se siamo centrati, insieme faremo delle splendide scampagnate. Diversamente il rischio è di perdersi in mezzo ai rovi.

Se avete notato, nel raccontare mio figlio, in realtà ero IO il soggetto, con le mie paure e le mie incertezze.

Lui dov’era?! Loro dov’erano?!

Eh si, perché nel frattempo era nata anche Costanza!

Ho intuito che forse avevo bisogno di fare chiarezza per poter dare ai miei figli quella serenità e quella stabilità che, almeno in famiglia è sacro trovare. Ancora oggi proseguo il mio allenamento all’equilibrio ed ho smesso di chiedere massivamente aiuto dall’esterno.

Ho individuato contesti e persone con le quali posso confrontarmi e crescere.

ParentAbility è una delle opportunità che ho colto. Mi ero così abituata a delegare totalmemte all’esterno, che non sapevo più sentire cosa fosse buono per me e per i miei figli.

Equilibrio tra dentro e fuori, tra interno ed esterno. Ecco quello che mi sta portando questo “fermo”. Prima “troppo fuori” ora “troppo dentro”.

Cosa è cambiato?

Praticamente nulla, sempre di eccesso si tratta, sempre in assenza di buon senso e di ascolto di se.

Cosa ci muoveva prima? Cosa ci muove ora?

Sempre di comandi esterni si tratta.

Dov’è il rispetto di noi e del nostro più intimo sentire?

I bambini quel contatto ce lo hanno ancora, ecco perché spesso non vengono interrogati e vengono magari dimenticati. E da qui mi viene una provocazione; chiediamo indicazioni a loro, invece che “al governo”.

Perché proprio da loro a volte arrivano le risposte pratiche e risolutive.
Loro sono ancora liberi dalle nostre gabbie, meno contaminati, e se sappiamo ascoltare profondamente, a volte loro sanno trovare risposte e soluzioni reali.
Piccole, ma reali, pratiche e reali.

Impariamo anche dai bambini, impariamo ad ascoltarli profondamente, ad osservarli con occhi trasparenti.
Guardiamoli! A volte, sono loro ad indicarci una direzione… a noi adulti poi decidere di prenderla.

Se non ricordo male, ce lo diceva anche QUALCUNO che 2020 anni fa ha cercato di fornirci delle INDICAZIONI.

Se lo avessi scoperto prima, quanto dolore avrei risparmiato a me, ma soprattutto a loro. Rispettiamo questo fermo, diamogli la giusta contestualizzazione.

Agiamo con equilibrio e chiediamo il loro punto di vista per trovare delle soluzioni creative! In questo loro sono maestri!

Andiamo oltre … prendiamo il mondo in prestito dai nostri nipoti!

FELICE RI_PROGETTAZIONE A TUTTI e se vuoi parlarne con me, sono felice di esserci per te!

 

Cristina Farina
Architetto, Professionista olistico

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