Stare con se stessi è il modo per prepararsi ad incontrare l’altro.

Riflessione scritta da Caterina Forti.

 

“Cosa vuoi Vivian ? Voglio la favola!

“Edward, mi aspetto che tu diventi il principe azzurro. Mi aspetto che tu colmi quel vuoto affettivo che non ho percepito quando ero piccola.
Ho ben chiaro come voglio essere amata. Come una bambina. Voglio che tu abbia sufficiente amore per entrambi.Voglio che tu faccia ordine nel mio disordine percettivo. Dammi la favola. Tu sei il principe che salva la principessa. Perché quando una piccolina è in difficoltà cerca sempre il papà eroe che la salvi”.

Edward e Vivian sono due adulti, due pari, si rapportano come coppia. Il loro compito è amarsi dando e ricevendo equamente. E’ l’unica relazione possibile, all’interno di qualsiasi sistema. Nella misura in cui si crei equilibrio nello scambio, è fondamentale che entrambi abbiamo ricevuto il giusto quantitativo di amore da parte del sistema di origine, la famiglia.

Eppure la storia di Vivian rivela la distorsione cognitiva propria di chi, dal suo sistema familiare non ha percepito il giusto amore e il naturale riconoscimento del suo essere piccola di fronte ai suoi adulti genitori.

L’unico ruolo di ogni Vivian, bambina o bambino che sia, è essere figlia. Perché anche crescendo i suoi genitori saranno sempre adulti e lei resterà piccola.
Vivian, per qualsivoglia ragione ha smesso di essere figlia: le è stata assegnata la responsabilità essere grande quando avrebbe dovuto continuare a giocare ed ricevere amore.

In età adulta, carente del bagno d’amore lo schema distorto si ripete.
Ed ecco che Vivian chiede ad Edward di sostituirsi all’adulto padre affinchè la ami come una principessa, perché ha ben chiaro come vuole essere amata.
Ma anche Edward ha il suo vissuto ed è egli stesso figlio di un sistema.
Se fosse mia cliente, chiederei a Vivian di fissare il suo obiettivo, considerando il punto di partenza.

Dove sei Vivian? Solo tu hai la facoltà di stabile e individuare i tuoi confini.

Citando Socrate, Io posso solo farti pensare.

Prendi contatto con il tuo universo personale, originale, unico e ascoltati. Percepisci il corpo, ascolta la mente e scendi nel profondo della tua interiorità. Cerca la tua anima.
Scegli la solitudine come unica relazione possibile, per fare il punto della situazione. Non escludere nulla, neanche i pensieri più distorti e contorti. Anche loro hanno diritto di esistere.
Poi crea il vuoto, lasciando andare ciò che non ti serve più, perché hai dato abbastanza. Creare il vuoto significa prepararsi a ricevere nuovi gesti, nuove parole, nuovi pensieri.
Traccia dunque la tua rotta, per definire cosa ti appartiene,cosa risuona nella tua multidimensionalità.

Vuoi essere vista?

Rivolgiti a te stessa e ripeti Vivian, io ti vedo, finalmente ti vedo.

Sii tu la prima a vederti.

Vuoi l’amore? Diventa tu amore e vibra in questa frequenza, chiedendoti in quale altro modo sei disposta ad approcciare a te stessa per dare e ricevere amore. Guarda l’altro senza preconcetti o aspettative di alcun genere, con la curiosità del principiante. In apertura.

Tu sei fatta di amore. Respira, chiudi gli occhi, vibra nel momento presente.
Stare con se stessi è il modo per predisporsi a incontrare l’altro.

Pretty Woman contestualizza la mia sessione privata con Max. Lo faccio attraverso la personale inclinazione a esprimere i contenuti tramite le storytelling. Concludo con una storia, letta nel web, che racconta più o meno così:
“Tieni stretto tuo figlio fino a che le braccia non faranno male. Riempi di baci tuo figlio fino a che la sua pelle non diventi rossa. Colma d’amore tuo figlio, in modo che, crescendo, abbia fatto quel pieno che lo farà vivere , non come un bisognoso d’affetto, ma come una celebrazione dell’amore stesso”.